L’avvocatura e le soluzioni alternative delle controversie: un nuovo contributo dell’avv. Caravita

Ancora una volta, ho il piacere di pubblicare un intervento del caro amico, Giuseppe Caravita, avvocato e mediatore di grande esperienza. Questo articolo, in forma di post, sta suscitando un interessante dibattito in altre sedi, e ne faccio interamente mio il contenuto, anche se mi permetto di non essere d’accordo sull’opinione di Giuseppe riguardo all’atteggiamento totalmente negativo dei colleghi avvocati nei confronti della mediazione. Al contrario, nella mia esperienza di mediatore, ormai fortunatamente riscontro un numero di avvocati “convertiti” sempre più numeroso. Attendo altre opinioni ed esperienze.

Farò un intervento polemico. Non me ne voglia nessuno. A me sembra evidente che ormai l’Avvocatura nel suo complesso ha vinto la sua personalissima crociata contro la mediazione. Ed ovverosia, mi sembra evidente che la Avvocatura nel suo complesso rifiuta il sistema ADR: non vuole spostare il suo sguardo dal processo statale. E questo nonostante sia di evidenza assoluta la circostanza che il “sistema giustizia” come lo conosciamo noi che siamo cresciuti nel mondo del contenzioso non abbia più alcuno sbocco. Le posizioni degli Avvocati favorevoli alla mediazione sono posizioni personali. Il boicottaggio continuo dell’istituto produce ormai i suoi effetti, e questo soprattutto nei piccoli Tribunali. E’ la morte della mediazione? No, assolutamente. Vuol dire semplicemente che l’Avvocatura nel suo complesso sta consegnando un settore importante della vita sociale ad altre realtà, agguerrite e ben decise a conquistare spazi vitali. Quindi, l’Avvocatura nel suo complesso semplicemente ritiene che il giudizio statale, il sistema del contenzioso sia l’unico sbocco professionale possibile. Bene: ed allora occorre dire con forza e con chiarezza che 250.000 Avvocati, o quanti in realtà essi possano essere, sono assolutamente troppi. Sono una massa spaventosa che si accalca su un’unica porta di ingresso. E questa porta di ingresso dà accesso a Tribunali dove il Giudice statale, come noi lo concepiamo nella sua più alta accezione, non esiste più. La giustizia statale viene ormai esercitata dai Got e dai Giudici di Pace. Potrei parlare delle imperfezioni di un sistema affidato ai Giudici onorari. Potrei parlare dei dubbi che troppo spesso ci assalgono sulla effettiva preparazione dei Giudici onorari. Ma è un discorso fin troppo facile. Nessuno è perfetto. Non lo siamo noi Avvocati, non lo sono i Giudici togati, non lo sono i Giudici onorari. Ma questo concetto lo possiamo pure rovesciare: ci sono ottimi Giudici, splendidi Avvocati, eccezionali Giudici onorari. Personalmente presenterò la domanda come Consigliere Ausiliario di Corte di Appello, e se sarò selezionato sarò felicissimo di dare il mio contributo. Quello che mi preme sottolineare invece è che è sin troppo evidente che all’accanimento pervicace dell’Avvocatura nel non voler riconoscere la necessità di trovare strade alternative e la necessità di imparare a coltivarle non corrisponde una sconfitta del mondo delle ADR. Semplicemente altri soggetti prenderanno il nostro posto. Semplicemente, l’Avvocatura come corpo sociale ipertrofico continuerà ad implodere, tra rivendicazioni e proposte di riforma a mio avviso anacronistiche. Il processo statale italiano continuerà ad essere un mostro dalle mille teste, in cui semplicemente mancherà, ed anzi già manca, un requisito fondamentale. Sto parlando del requisito della prevedibilità della pronuncia, della sua condivisibilità. Fuori da tutto questo, la società civile troverà le sue strade per organizzare la propria sopravvivenza, al di là dei Tribunali e degli Avvocati ossessivamente concentrati sulla celebrazione di un rito ormai vuoto e non sulla soluzione dei problemi. Personalmente, io mi concentrerò sullo sviluppo di una efficace proposta veramente alternativa, e cioè sulla realizzazione di un circuito multidoor, basato su mediazione e arbitrato. Continuando, oviamente, anche a coltivare il contenzioso innanzi il Giudice statale, a fronte della mia esperienza pluridecennale. Ma senza bendarmi gli occhi, e continuando a guardare avanti alla continua ricerca di buone soluzioni, alternative o tradizionali che siano.

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