Un caso interessante…in cui qualcuno dovrebbe vergognarsi.

E’ venuta da me (o meglio, è tornata) una cliente, una signora gentile di quasi settant’anni. Tempo fa (2004) venne da me perchè aveva preso una multa sulla Cassia, andando a Viterbo, in un punto in cui venivano (e vengono) installati gli autovelox per fare multe, visto che viene messo un limite talmente basso da essere insostenibile. Decidemmo di fare ricorso al Prefetto, che lo rigettò….però lo fece in ritardo. Di conseguenza, presentammo ricorso al Giudice di Pace di Viterbo. Prima dell’udienza, il Prefetto stesso fece pervenire una nota, con allegata ordinanza, di annullamento dell’ordinanza (essendosi reso conto, dal nostro ricorso, della sua tardività) e di conseguenza, del verbale. Il Giudice prese atto ma annullò comunque l’ordinanza ed il verbale, per la nota questione della taratura. Tutto questo nel 2005.

Oggi, nel 2008, cosa succede? Indovinate, dai, è facile: arriva alla cliente la cartella esattoriale basata su quell’ordinanza, che è carta straccia, del Prefetto. Questi, dopo aver annullato l’ordinanza e dopo la sentenza che ne ha ribadito la nullità, ha comunque inviato gli atti alla Concessionaria per l’emissione della cartella!

Uno scandalo? Sì, esatto. Ora facciamo un ulteriore ricorso, ma questa volta chiediamo (oltre ovviamente alle spese legali), anche i danni. E mi riservo di presentare un bell’esposto alla Procura della Repubblica.

Naturalmente, pubblicherò gli aggiornamenti.

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