Mediazione: non date retta a chi millanta, la Consulta non ha ancora fissato l’udienza, figuriamoci se ha già deciso.

Ho letto che qualcuno (e mi spiace dirlo, un collega avvocato) su Facebook, in alcuni gruppi di “boicottatori”, millantando del credito che con tutta probabilità non ha, afferma con decisione che la sentenza della Corte Costituzionale sarebbe già scritta, ovviamente in senso contrario a quella che con orrendo neologismo si ostina a definire “Mediaconciliazione”.

Detta persona, inoltre, incita gli avvocati a violare la legge, suggerendo di notificare gli atti di citazione in materia di condominio ed r.c. auto con termine a comparire a settembre (!!) in modo tale che la prima udienza sia fissata – secondo lui – dopo il deposito della sentenza, e naturalmente senza espletare l’obbligo di tentare la Mediazione. Come ciò possa essere nell’interesse del cliente e del cittadino in generale, è per me un mistero. E’ vero il contrario, evidentemente.

Riguardo alla Consulta, consigliamo tutti di non tenere in alcun conto dette fantasiose affermazioni: prima di tutto, l’udienza deve ancora essere fissata, e attualmente non è possibile prevedere quando ci sarà effettivamente; a mio modesto parere, non prima di settembre. E’ quindi evidente che la questione non è stata ancora presa in esame.

Inoltre, la problematica non è affatto semplice e a parere di insigni giuristi, quali ex Presidenti di Cassazione ma anche della stessa Corte Costituzionale, l’accoglimento del ricorso è tutt’altro che sicuro.

Di conseguenza, il consiglio che mi permetto di dare ai Colleghi ragionevoli e che soprattutto vogliono veramente veder soddisfatti gli interessi dei loro clienti è quello di rispettare la legge, andando in mediazione ma ovviamente scegliendo con cura l’Organismo, che dovrà dare garanzie di serietà e di professionalità. Uno dei criteri da seguire è certamente quello di informarsi sui Mediatori (che si trovano sui siti web degli Organismi), tenendo presente che certamente saranno più affidabili quelli che prediligono alcune categorie di Professionisti.

Far perdere altri sei mesi ai clienti (oltre agli anni che trascorrerebbero in giudizio), mi sembra al contrario non solo sbagliato, ma anche gravemente scorretto.

60 commenti su “Mediazione: non date retta a chi millanta, la Consulta non ha ancora fissato l’udienza, figuriamoci se ha già deciso.

  1. MI associo anche io al tuo solare consiglio, caro Luca.
    Mi sento pure di aggiungere che anche nella ipotesi in cui la decisione della Corte Costituzionale arridesse ai detrattori della mediazione (cosa che mi pare onestamente incredibile) sarebbe comunque una vittoria di Pirro.
    Perché comunque se non cade l’Unione Europea tra poco tempo verrà varata una direttiva quadro sull’Adr ed i boicottatori non solo dovranno consigliare al proprio cliente di obbligarsi a mediare, ma pure di scegliere un organismo di ADR che in difetto di accordo decida la controversia; tale direttiva, infatti, è a protezione del consumatore e dunque chi non media non offre più beni e servizi perché da lui nessuno andrà più a comprarli. A buon intenditore poche parole. Un abbraccio. Carlo Alberto Calcagno

    • Oltre a quanto detto con grande chiarezza dall’amico Carlo Alberto, aggiungo che a questo punto il “ritardo” appare funzionale proprio al radicamento dell’istituto nella coscienza comune. Molto, in realtà, dipenderà dall’atteggiamento della magistratura, che appare oscillante e legato a fattori locali e/o ideologici. Ma ci si è oramai resi conto che intasare il Palazzo di Giustizia di cause inutili, anche se non sempre come si vorrebbe bagatellari, non torna a nessuno.

    • Ma nn vi vergognate?! Cittadini costretti a spendere fior di quattrini ben sapendo di non poter addivenire ad un accordo! Contadini, muratori, falegnami, idraulici, casalinghe e tante infinite categorie di persone prive di conoscenze tecnico giuridiche, costrette a rappresentare le proprie ragioni senza l’assistenza di un legale! sacrificare la Giustizia all’altare dell’interesse personale! Mi fate vergognare di essere italiano! dalle mie parti si dice: “a malatij adda vni’ o’ mierch'”…

      • Complimenti per il tono e le argomentazioni. Rispondo brevemente: per quale motivo dovrebbero sapere di non poter arrivare ad un accordo? E soprattutto, perché mai non dovrebbero arrivarci??? Nella mia esperienza personale, sia da mediatore che da legale, ci siamo quasi sempre arrivati. Le consiglio poi di informarsi, prima di sparare sentenze, visto che l’ignoranza non paga: perché mai si dovrebbe andare senza l’assistenza di un legale? Chi ha mai detto questa sciocchezza? In TUTTE le mediazioni che ho fatto io, in qualsiasi veste, c’è SEMPRE stato il legale di ambedue le parti, persino quando la stessa parte era un avvocato! Quindi, per cortesia, prima di dire assurdità si informi.

  2. Ringrazio il Collega per la chiarezza con cui ha esposto un concetto molto chiaro .. cerchiamo tutti di essere seri, in attesa della decisione della corte Costituzionale, cerchiamo di spiegare la mediazione per quello che è, non per quello che ci spaventa e, a prescindere dall’obbligatorietà, portiamo avanti un sistema di soluzione dei problemi, non creiamone altri.
    Marino Cavestro

  3. E’ davvero strabiliante criticare chi, sbagliando, “millanta” (solo per usare il termine a Lei caro) decisioni “annunziate” della Suprema Corte, salvo poi “chiosare” riferendo del parere di insigni ex Presidenti e, nientemeno che della stessa Corte (sic), che “darebbero la decisione tutt’altro che sicura”.
    Il consiglio che mi permetto di darle io, anzi di dare a tutti, è di lasciare la questione alla Corte, senza tirare da una parte o dall’altra.
    cordialmente
    collega

    • Sarà strabiliante….in realtà il mio intento era proprio quello, di lasciare il lavoro ai Giudici della Consulta. Mi dispiace poi di averle provocato il singhiozzo (“sic”) ma mi sono limitato a fornire il parere di illustri giuristi sulla questione tecnica. La differenza con chi millanta mi pare evidente: questi vuol far credere che, grazie a chissà quali entrature, sarebbe già a conoscenza della decisione. Io ho solo riferito di alcuni pareri tecnici che ho sentito personalmente. Cosa ci sarebbe di così strano da provocare singulti?
      Peraltro, la posizione del collega che invita a violare la legge, è chiaramente contraria alla deontologia e alle norme vigenti; non è quindi solo un problema di millantato credito…..per non parlare dei danni arrecati ai clienti che debbono aspettare sei mesi inutilmente per cominciare un giudizio, quando con la mediazione potrebbero chiudere la questione positivamente in pochissimo tempo o al limite, in poco tempo – sempre molto di meno dei sei mesi invocati dai boicottatori – anche con verbale negativo, per poi agire liberamente in giudizio.

  4. Mi associo ai commenti aggiungendo che proprio non capisco l’ostinazione di alcuni professionisti (non solo avvocati) verso questo elementare strumento che potrebbe dare grandi soddisfazioni a tutte le parti coinvolte nella lite.
    L’esperienza di mediatore m’insegna che sia nel caso di accordo che in quello di “verbale negativo” il ruolo predominante lo svolge il professionista che accompagna la parte in mediazione.
    Un caro saluto.
    Domenico D’Ulisse

  5. Lei non si è affatto “limitato a fornire il parere di illustri giuristi sulla questione tecnica”.
    Citando l’articolo:
    “Inoltre, la problematica non è affatto semplice e a parere di insigni giuristi, quali ex Presidenti di Cassazione ma anche della stessa Corte Costituzionale, l’accoglimento del ricorso è tutt’altro che sicuro.”
    Non faccia finta di non aver capito la critica di Massimo Pieroni. In questo passaggio Lei cita la Corte stessa, come se la medesima avesse già un orientamento di un certo tipo, oltre che insigni giuristi quali ex Presidenti della Corte.
    Quindi, la domanda è: quali fonti ed entrature, come le definisce Lei, interne alla Corte Costituzionale Lei avrebbe, e perché queste sarebbero migliori di quelle che Lei accusa di essere millantatori?

    • Capisco che la rabbia possa accecare, ma forse si dovrebbe leggere con piu’ attenzione, prima di dire cose errate. Quell'”ex” che ho messo, si riferiva ad ex Presidenti della Consulta, che essendo appunto ex, ora sono insigni giuristi ma non hanno nulla a che fare con l’attuale Corte. Ora e’ piu’ chiaro?

  6. Perdonatemi, sono un modesto collega con solo dieci anni di professione alle spalle, lo so, troppo pochi per dare pareri o screditarne altri.
    Dalla mia scarna visione del diritto e dei principi costituzionali, vi chiedo di rendermi edotto sul principio costituzionale dei i tre poteri dello Stato: Legislativo, Esecutivo e Guidiziario.

    A me pare che, con l’altrettanto modesto D. Lgs. n.28/2010 siano diventati ben quattro, certo mi riferisco all’ultimo prodotto giuridico italiano (come quello fallimentare in quanto obbligatorio, usato in Argentina… e si badi bene… obbligatorio solo in Argentina…) quello del “Mediatore professionista” tale con sole 50 ore di lezioncine … a voi l’arduo compito di rispondere in merito.

    E’ ben chiaro, forse solo al sottoscritto, che chi spinge a favore del nuovo “istituto” è sicuramente un mediatore o il titolare di un organo di mediazione e chi non lo è, non può che essere che un avvocato (modesto) che per risolvere i problemi dei clienti e per poter sopravvivere deve avere il portafoglio sempre aperto (pieno non so!)

    Un modesto avvocato!

    • Caro collega, anche io sono un modestissimo avvocato con i tuoi stessi problemi. Non sono nato mediatore, e ti prego di credermi se ti dico che prima di conoscere la materia ero abbastanza scettico. Dopo aver fatto il corso (non voglio fare pubblicità, ma ritengo che quello che ho fatto io sia il miglior corso d’Italia, per il semplice fatto che il mio Organismo si occupa di mediazione da tanti anni), ho cambiato radicalmente idea. Ti garantisco anche che a fare il mediatore non ci si arricchisce. Le soddisfazioni sono altre: sapere che hai aiutato qualcuno a raggiungere un accordo soddisfacente, che non perderanno anni in cause inutili ottenendo, con tutta probabilità, risultati inferiori. Quante volte, infatti, (e questo lo sai meglio di me), una parte inizia una causa convintissima di avere tutte le ragioni del mondo – e magari le ha pure – e dopo 4 anni di causa ottiene, per i più svariati motivi, un risultato nettamente inferiore? Ne vale la pena? Certo, non sempre questo è possibile: infatti, la mediazione consente alle parti di cercare un accordo, non è certamente un quarto grado di giudizio. Intendo, ovviamente, che il ricorso all’Autorità Giudiziaria è sempre possibile.
      In ogni caso, io preferisco portare i miei clienti in mediazione piuttosto che in Tribunale. E fino ad ora non ne ho avuto uno che non mi abbia ringraziato per la scelta.
      Ti dirò un’altra cosa che ti sorprenderà e che ho imparato nel corso di oltre 50 procedure che immeritatamente mi hanno assegnato: quelli che escono più convinti dagli incontri di mediazione sono gli avvocati, anche in caso di mancato accordo, e soprattutto quelli che erano arrivati con atteggiamento assai scettico. Di questi, dopo la prima mediazione (positiva o negativa che sia stata), moltissimi hanno preso a depositare istanze di mediazione per qualunque problematica, anche in materia non obbligatoria. Siccome non credo che siano pazzi, è per questo che ritengo ed insisto sul fatto che, prima di giudicare, è meglio conoscere.

  7. Noto con dispiacere che un mio articolato e, credo, pacato commento, sino a ieri in attesa di moderazione, è stato cancellato (censurato?).

    Ferma la libertà del “padrone di casa” di ospitare chi vuole, mi sembra un fatto sintomatico di un atteggiamento ben poco democratico.

    Saluti.

    • No, deve esserci stato qualche problema perché a me non è arrivato. Mai censurato nessuno: se potesse essere così cortese da rimandarmelo, lo pubblicherò immediatamente (ovviamente se è così pacato come dice). Grazie.

      • Non credo di avere modo di recuperarlo (ho scritto direttamente sul form, senza salvare).
        Mi fa comunque piacere che sia dovuto ad una questione tecnica e non di metodo.

        Saluti

  8. Caro collega, per attivare una conciliazione o una mediazione, non è necessario rivolgersi a pagamento ad un organo terzo e, peraltro, di natura privatistico… chi vuole raggiungere l’accordo puo’ farlo dinanzi gli Enti di Giustizia all’uopo preposti !

    Non me ne volere, ma non credo che partecipando ad una mediazione io e molti altri come me, possano cambiare idea.

    Lieto dell’incontro.

    • Permettimi di non essere d’accordo, per due motivi. Il 99% delle volte, il Giudice non sa assolutamente nulla della causa e non vede l’ora che gli avvocati e le parti si tolgano davanti. Questo, ovviamente, implica che in nessun modo possa aiutare le parti a trovare un accordo. Un mediatore (e su questo non posso che essere d’accordo con te che la categoria dovrebbe essere composta solo da avvocati e dottori commercialisti), se serio e ben preparato – come dovrebbe essere sempre – è a conoscenza della questione e l’ha studiata a fondo, grazie all’invio della documentazione delle parti prima dell’incontro. Di conseguenza, dato che la sua preparazione non si ferma alle famose 52 ore ma continua ogni giorno (parlo ovviamente degli organismi che giustamente pretendono dai loro mediatori determinate garanzie) ha sicuramente molte più possibilità di aiutare le parti ad accordarsi. Potrei raccontarti delle cose che ti sorprenderebbero. Ti assicuro che le prime volte (durante il tirocinio), il primo ad essere sorpreso ero io.
      Il secondo motivo è che, spesso, purtroppo i nostri clienti, quando cerchiamo di spiegare loro che forse sarebbe meglio cercare un accordo, sospettano che ci siamo messi d’accordo con il collega di controparte. In questo, un’udienza frettolosa nel caos del Tribunale non aiuta: ben diverso è discutere per tutto il tempo necessario in una sala riunioni senza alcun disturbo.
      Se me lo permetti, visto che nel tuo assolutamente legittimo scetticismo mi sembri chiaramente una persona seria e intelligente, chiederò al mio organismo di invitarti ad assistere ad una seduta.
      Buon lavoro.

  9. Tra le cose di cui accennavo nel commento di ieri, sparito, c’era quella che ritengo essere il problema principale della vicenda: il fatto che un importante pezzo della giustizia sia stato di fatto appaltato a società di capitali, e da loro a soggetti che poco o nulla sanno di diritto (geometri, ingegneri, agronomi ecc.).

    Una mediaconciliazione efficiente ed efficace si sarebbe potuta attivare, a costo zero per lo stato e per l’utenza, predisponendo una turnazione degli avvocati (e magari dei notai e dei commercialisti), magari quelli più esperti, con oltre un tot di anni di esperienza, gestita dall’ordine: Il professionista riceve le parti nel proprio studio o presso i locali dell’ordine, e tenta la mediazione. Se la mediazione riesce riceve una percentuale, se non riesce avrà adempiuto ad un obbligo deontologico (come la difesa d’ufficio, o il patrocinio dei non abbienti).

    Così come è stata pensata e messa in opera, invece, la mediazione mi pare semplicemente uno scimmiottamento mal riuscito di quello che si vede nei telefilm americani, ed in sostanza un grosso favore (l’ennesimo) ai “soliti noti”, banche e assicurazioni su tutti, che cercano di alleggerire le voci di bilancio legate al contenzioso.

    Per i cittadini vedo ben pochi vantaggi, specie se rapportati al non trascurabile impegno economico che, una volta di più, si vedono chiedere: già, perché la mediazione COSTA, e spesso COSTA CARA (a volte più cara di una parcella professionale per una causa dal valore paragonabile).
    Un (ulteriore) balzello per scoraggiare la gente dall’andare in Tribunale (sì, lo scrivo maiuscolo di proposito) per vedere riconosciuti i propri diritti.

    E ciò a voler trascurare la mortificazione della categoria degli Avvocati (ancora una volta il maiuscolo non è casuale), che per formazione, cultura, e obbligo deontologico hanno da sempre lavorato per la composizione della lite prima di portarla davanti ad un giudice.

    • Ecco, credo che il sig. Signorbianco faccia un po’ di confusione, di sicuro per scarsa informazione in merito. La mediazione è un metodo – anzi, più metodi, una tecnica – anzi, più tecniche, che alla facoltà di giurisprudenza non si impara, perchè si impara a litigare, e a far prevalere la propria tesi dialetticamente o con la forza della norma, ma non si impara a mediare. Conosco avvocati esimi da cui non farei mediare nemmeno una causa per un fazzoletto sporco, perchè otterrebbero di continuare la vertenza sino all’infinito. La mediazione è una filosofia di vita, e ci sono geometri e commercialisti che la conoscono meglio degli avvocati, perchè alla fine sono loro che fanno i conti e distribuiscono la roba, come diceva Verga. Non vedo anzi umiliazione di sorta per l’avvocato, che può svolgere, se entra nello spirito, un ruolo comunque essenziale nella definizione degli aspetti giuridici; ma la vita non si esaurisce nel giure.

      • Al di là delle belle parole (ho sentito mediatori parlare di torte da dividere, di mele da spartire, di “tutti felici” ecc.), della filosofia dei mediatori, del vogliamoci tanto bene, la mediazione produce *diritto*. Produce effetti giuridici concreti: titoli esecutivi, atti trascrivibili, conseguenze processuali. Mi pare un fatto innegabile, altro che confusione!

        Ciò detto, mi pare assurdo ed inaccettabile che questa produzione giuridica venga affidata a chi di diritto nulla sa.

        Peraltro, quello che vedo io nella mia limitata realtà di provincia (dall’osservatorio privilegiato del Consiglio dell’Ordine di cui faccio parte) è che gli Avvocati cercano di continuare la propria professione con dignità, mentre agli organismi di mediazione approdano in massa giovani professionisti senza esperienza e senza clienti, veterani dell’esame di abilitazione, vecchi azzeccagarbugli a fine carriera, ragionieri agenti di assicurazione, consulenti del lavoro, e chi più ne ha…

        In generale, i promotori degli organismi che ho avuto modo di avvicinare sono tutti soggetti che intendono *trarre profitto* (legittimamente e legalmente) dal sistema: gente che si è fatta un calcolo, e che sa che gestire un organismo di mediazione è come fare il banco ad un casinò: non si perde mai.

        Mi sono arrivate diverse proposte di “affiliazione” ad organismi di mediazione, e nessuno (*nessuno*) mi ha mai mostrato il minimo interesse per le sorti dei cittadini e del loro bisogno di giustizia.
        I discorsi sono sempre stati solo ed esclusivamente economici: “se la mediazione non riesce prendiamo tot, se riesce prendiamo tot”.
        Un amico commercialista è arrivato addirittura a dirmi che l’obiettivo del suo organismo (formato da 10 commercialisti) era quello di “intercettare” (sic) la gente, mediante campagne stampa, volantinaggio ecc., prima che potesse rivolgersi ad uno studio legale.

        Questa è la situazione con cui, già oggi dobbiamo confrontarci.
        E, a mio modestissimo avviso, non può che peggiorare.

      • Caro sig. Carlo Signorbianco, i nostri punti di vista, come le solite mezze mele ;-), non sono poi così distanti. Uno degli errori più clamorosi, quasi un autogol, per la mediazione è puntare al business tout court, dimenticando che anche un ente di questo tipo deve darsi una mission ed un’etica. Quindi sono d’accordo con lei sul punto, e posso solo sperare che la delusione quando la torta darà fette troppo piccole faccia sparire molti di questi soggetti.
        Non voglio fare l’idealista, perchè non lo sono o spero di non esserlo; ma ripeto, quando sento, e ne sento, questi punti di vista, chiedo sempre: “Ma hai pensato cosa ti distingue dagli altri?”- Non lo sanno, e mancano di anima.
        Le auguro quindi di continuare a svolgere bene ed onorevolmente la sua professione, che nonostante qualche mela marcia è una professione nobile (sapeva che il Cid Campeador, proprio lui, era considerato il miglior giurista E mediatore del suo tempo in Spagna, e da qui e non solo dalle battaglie veniva la sua fama?). E anche di vedere altri e migliori lati della mediazione, che, qui direbbe il nostro ex premier “mi consenta”, ha o potrebbe avere anche esiti giuridici – non è obbligatorio che siano grandi contratti, alle volte le cose sono semplici – ma non si avvale di metodi giuridici nel suo svolgersi, almeno quella che pratico io. Se ci si mette d’accordo, gli avvocati sono utilissimi per evitare di scrivere bestialità inapplicabili; ma alle volte, io spero, non c’è bisogno di grossi scritti e quel che conta è la stretta di mano sincera.
        Saluti cordiali.

  10. La filosofia della mediazione è una cosa molto semplice: due o più parti cercano un accordo che soddidfi i loro interessi al si là dei torti e delle ragioni. Su questo concetto e sull’esistenza dell’istituto in tutte le società civili dal tempo dei Romani (si leggano le ricerche del caro amico Carlo Albeto Calcagno), non credo vi sia da obiettare.
    Una società civile e moderna come (credo sia) la nostra DEVE dotarsi di strumenti cd ADR.
    Spesso sento parlare di giustizia alternativa (ma vi potrà mai essere una giustizia alternativa? Alternativa a cosa?) Non è affatto così: in mediazione non si va per dimostrare i torti e le ragioni (quello si fa in tribunale), ma per trovare accordi soddisfacenti.
    Potremmo quindi al massimo parlare di “alternativa alla giustizia”.
    Con le premesse fatte parlare di giustizia privata è completamente fuori luogo.
    La giustizia privata esiste già da tempo ed è l’arbitrato e non mi pare che vi siano state manifestazioni pubbliche o scioperi contro questo istituto. Quello sì che è un processo privato con tanto di sentenza di primo grado (lodo) veloce ed economico (se amministrato) e che sarebbe molto conveniente rispetto alla giustizia ordinaria, ma anche questa forma di ADR non è conosciuta e poco utilizzata.
    Negoziare, o meglio assistere alla negoziazione delle parti basata sugli interessi, NON richiede conoscenze e competenze giuridiche, ma conoscenza delle tecniche di negoziazione e comunicazione empatica; è la stesura dell’accordo invece (che è un contratto) che richiede conoscenze e competenze giuridiche.
    Ma non confondiamo le cose: il mediatore redige solo il verbale di avvenuta conciliazione NON l’accordo.
    In caso di verbale “negativo” le competenze sono a livello di personale di segreteria (senza nessuna offesa per le amiche segretarie).
    Gli esempi delle mele, delle torte e delle arance (uso anche l’esempio di un astuccio con i pennarelli colorati dentro a volte) devono essere portati, purtroppo, poichè la nostra cultura sulla negoziazione non è ancora nata ed stiamo partendo da zero, utilizzando anche strumenti pedagogici semplici: immaginando un percorso scolastico la nostra conoscenza è a livello “asilo” e prima di arrivare alla laurea…..
    Molti professionisti che ogni giorno incontro nel mio lavoro di CTU, di consulente, di formatore e di mediatore, non hanno nessuna conoscenza dell’argomento “negoziazione basata sugli interessi” e questo è un grave danno per la società, per il mondo delle professioni e per i loro clienti, al di là del credere o meno nella mediazione.
    Quindi rimbocchiamoci le maniche e lavoriamo seriamente per dare alla società uno strumento migliore di quanto non sia oggi, ma con atteggiamenti costruttivi.
    Un caro saluto.
    Domenico D’Ulisse

  11. Quello che non capisco, e mi rivolgo al collega Ventriglia, frequentatore di quei lidi, è perchè mentre qui abbiamo un confronto civile e costruttivo, nel gruppo dei boicottatori sono volate reazioni al mio articolo come queste: “da quello che si vede il tantalo non sa nemmeno cosa sia la professione di avvocato”; “io sottolineavo il comportamento squallido del collega tantalo nei confronti di filippo scrivendo (e a mio parere diffamando a mezzo internet) queste baggianate”; “la cosa + triste è che innanzi al nome del tizio capeggia il titolo di avv. …questo veramente è sconcertante”; “.credo sia giunta l’ora di chiedere l’incompatibilità tra iscrizione albo avvocati e iscrizione nelle ADR….così si potrebbe diminuire il numero di avvocati e nello steso tempo capire chi E’ AVVOCATO e chi fa l’avvocato”.
    Non mi curo di rispondere, ovviamente: ma chiedo, perché tanta rabbia?

  12. Prego di essere obiettivi ed onesti. Ha ragione il collega che scrive che hanno fatto la corsa a diventare mediatori molti giovani colleghi non solo sfigati, ma vi posso assicurare per esperienza diretta, anche giuridicamente impreparati e, cosa più grave, con scarsa esperienza di vita (perchè cresciuti molto bene alla corte di mamma e papà).
    Io ho fatto una proposta: creiamo noi avvocati una serie di camere di conciliazione GRATUITE ed evitiamo ai commercialisti di turno di intercettare i clienti prima che si rivolgano agli studi legali. Infine, visto che noi possiamo fare i commercialisti, mi sto attrezzando usando un paio di giovani ragionieri per fare consulenze a prezzi così vantaggiosi per i consumatori che più vantaggiosi non si può.

    • Veramente io presumo (sbaglio?) che siamo tutti obiettivi e onesti. Poi, ognuno ha i suoi punti di vista. Per il resto, credo che noi avvocati guadagniamo già abbastanza poco….se ci mettiamo pure a fare le camere di conciliazione gratuite…
      Sulla preparazione dei mediatori, sarò fortunato io oppure il mio organismo fa selezioni più dure…fatto sta che di queste persone che dite voi non ne ho viste. Anzi, il livello di preparazione è altissimo; e devo dire che nelle occasioni in cui ho partecipato ad incontri presso altri enti, per assistere clienti convocati, ho avuto la stessa impressione. Comunque, il Ministero sta per cominciare i controlli per garantire la qualità.

    • Le camere di conciliazione gratuite sono state una delle prime proposte degli avvocati. Purtroppo sono illegali, il Ministero non le accredita, perché la legge *impone* l’onerosità, con dei minimi inderogabili (a qualcuno fa suonare un campanello questa espressione?).

  13. Caro Signor Avv. Signorbianco, ma come mai la giustizia deve essere a pagamento – sia di diritti che di avvocati – e la mediazione, che fa risparmiare soldi ai clienti e alla giustizia, gratuita? Chi dovrebbe pagare le spese del caso? Mi scusi, ma ci sono punti di vista che non capisco più. Sicuramente non so vedere io.

    • Che la mediazione faccia risparmiare dei soldi è tutto da dimostrare.
      Le statistiche del Ministero, stilate dopo un anno di attività delle legge, dicono che solo il 30% del contenzioso passa in mediaconciliazione, e di questa parte solo, se non sbaglio, il 18% approdi ad una conciliazione.

      Per come è strutturata ora la mediazione rappresenta un costo (tutt’altro che trascurabile) che, nella maggior parte dei casi, *si aggiunge* a quello della causa ordinaria, rappresentandone un mero aggravio.

      Per quanto riguarda i costi della giustizia… be’, mi pare si possa essere tutti d’accordo che l’importo del contributo unificato e delle imposte di registro abbia raggiunto dei livelli vergognosi.
      D’altra parte, però, sono soldi che finiscono allo Stato e vengono gestiti (o almeno dovrebbero, in linea di principio) per il Bene Comune.

      La mediaconciliazione invece è gestita interamente dai privati, in maniera peraltro sostanzialmente anarchica.
      Persino il Ministero ha dovuto riconoscere che basare gli accreditamenti degli organismi su mere autocertificazioni ha dato luogo ad un proliferare incontrollato ed incontrollabile di organismi, con tutte le ovvie conseguenze.

      Le parcelle degli avvocati sono… parcelle, ossia corrispettivi per una prestazione professionale qualificata, sempre più regolate dal “libero mercato” (con tutto l’orrore che questa espressione mi fa, riferita alle libere professioni in generale).

      In ogni caso direi che quello del costo è un problema, pur importante, ma secondario rispetto alle modalità concrete di applicazione di questo strumento.

  14. La Mediazione (il termine “mediaconciliazione non esiste), non è assolutamente gestita solo dai privati, visto che esistono e lavorano moltissimo anche gli Organismi (tanto per fare qualche esempio) degli Ordini degli Avvocati, degli Ordini dei Commercialisti e delle Camere di Commercio. Per quanto riguarda i vantaggi, dai calcoli effettuati dal Ministero, è sufficiente che il 4% delle mediazioni si concluda con esito positivo perché questo già rappresenti un beneficio per lo Stato e quindi per la cittadinanza.

    • “Mediazione finalizzata alla conciliazione”. Va bene così?

      Per quanto riguarda i soggetti: gli ordini professionali non sono “statali”. Sono organismi di diritto pubblico che, in campo di mediazione, agiscono esattamente come un soggetto privato.

      I vantaggi: non conosco questo calcolo del 4%, ha qualche documento?
      Perché se il 96% delle mediazioni fallisse (e quindi tempi, costi ecc.) mi sembra davvero difficile giustificare un beneficio.

      Sta di fatto che, per mille motivi per cui possiamo stare a discutere per giorni, ad un anno dall’introduzione (obbligatoria per molte materie), si può tranquillamente parlare di fallimento, almeno temporaneo, in termini numerici e rispetto alle altissime aspettative.

  15. Cari Colleghi

    Qui a Napoli ci appelliamo alla sentenza del G. pace di Napoli dott. D’onofrio, andate a leggerla , e comunque l’orientamento pressochè unanime dei colleghi e di notificare direttamente la citazione snobbando i mediatori,a proposito il salumiere sotto casa mia è diventatato mediatore, meditate gente

    • L’orientamento è tutt’altro che unanime. Come me, migliaia di avvocati hanno deciso di fare gli interessi dei clienti e non i propri, e nemmeno quelli dei Giudici di Pace (sulla cui preparazione, per ventennale esperienza, avrei molto da dire). Questi (solo alcuni, intendiamoci), ovviamente, non sono affatto preoccupati di salvaguardare la giustizia, ma sono solo terrorizzati, visto che sono pagati a udienze e a sentenze, di guadagnare di meno. Intanto, oggi pomeriggio ho chiuso positivamente due mediazioni con enorme soddisfazione di parti e di avvocati, persone serie, intelligenti e desiderose di fare il bene dei loro assistiti, invece di spennarli in dieci anni di causa inutile.
      Per quanto riguarda la ridicola sentenza di Napoli, noi abbiamo risposto in massa con un esposto al Csm per sollevarlo dall’incarico. Infine, per quanto riguarda il salumiere, si vede che è più preparato di Lei, che oltre ad essere un maleducato, è anche ignorante (nel senso che ignora molte cose, tra cui la legge).

  16. Sono un giovane avvocato, di Napoli. La mediazione è un opportunità per tantissimi avvocati, la mediazione è un ottimo strumento se valutato seriamente. Io dico ai miei clienti che sono un esperto in Mediazione e assisto le parti, trovando anche molti accordi.. e noto nei miei clienti tanta soddisfazione, e anche io, poichè la mia assistenza è retribuita. W la Mediazione e poichè il futuro è di noi giovani :) ho 28 anni ..La MEDIAZIONE sarà il futuro; NOn pensiamo alle critiche pensiamo solo a lavorare bene, perchè i risultati arriveranno; Anzi il 20 aprile inizio il corso per Mediatore, ma non per fare il Mediatore, ma solo per capire le tecniche e perferzionarmi sempre di più… e sono un avvocato! I

    • Ora, voglio sperare che questo commento sia proveniente da un c.d. “fake”.
      Anche a voler tralasciare gli errori di ortografia, a mio avviso rappresenta un’ulteriore riprova dell’assurdità del sistema con(tro) il quale ci dobbiamo confrontare.
      Cosa vuol dire che (senza neppure avere fatto quelle cinquanta orette di corso) si è “esperti in mediazione”? E’ un modo per abbindolare i clienti? E con quanti contenziosi ci si può essere confrontati a 28 anni, dopo, quanti? uno, due anni di iscrizione all’albo?
      Mi fa una certa tristezza la M di mediatore maiuscola e la A di avvocato desolatamente minuscola…

  17. Vi ricordo un intervista dell’ex procuratore generale antimafia Piero Luigi Vigna : sull’istituto della mediazione, non ho alcun dubbio: “Da magistrato conosco benissimo i prolissi tempi della giustizia e sono a favore dell’obbligatorietà della mediazione che aiuterà e già aiuta a sveltire il lavoro della giustizia; è bene che gli avvocati si convincano che la media-conciliazione non toglierà lavoro ai loro studi. Questo istituto serve, in ogni caso, a garantire maggiore sicurezza. Infatti, né le guerre, né le sentenze mettono pace, diceva un vecchio filosofo, perché creano un vinto e un vincitore, raggiungere un accordo, invece, vuol dire proprio mettersi in pace.

    • I magistrati sono sempre stati favorevoli non tanto alla mediazione, quanto a qualsiasi “meccanismo” che possa alleggerire i loro ruoli di udienza.
      Non mi pare di avere letto alcuna protesta o commento da parte della magistratura, ad esempio, in occasione del vertiginoso (e vergognoso) aumento dei contributi unificati…
      L’interesse dei cittadini mi sembra l’ultima preoccupazione…

      • Veramente, a meno di non voler considerare i Giudici di Pace al di fuori della Magistratura, questi sono assolutamente contrari alla Mediazione, per i motivi (personali) che ho già speigato.

      • Mi pare fin troppo ovvio che i Giudici di Pace vadano esclusi da questa considerazione, per i motivi (economici, in primis) che ben hai spiegato.
        Il riferimento era ai soli togati.

  18. Egregio avv, Tantalo

    Il maleducato è lei tanto per cominciare, l’esposto al Csm è solo un tentativo ignobile di condizionare l’autonomia dei Giudice per finalità di bottega e di cassa, la mediazione è solo un grosso affare a spese dei cittadini costretti a pagare cifre ignobili per potere ottenere giustizia, si vergogni per le assurdità che propaga su questo sito

    • Egregio Sig. Giovanni, la pubblico volentieri, in modo tale che tutti possano rendersi conto della sua splendida prosa e della forza delle sue tesi. Si ricordi però che in Italia esiste un Istituto di cui immagino avrà sentito parlare: la querela.

  19. Egregio avv. Tantalo

    dopo l’esposto al Csm ora minaccia anche querele nei confronti di chi non la pensa come lei, ribadisco la mia opinione: la mediazione è una perdita di tempo e di denaro.
    Cordiali Saluti

    • No, caro sig. Mastroleo. Se lei invece di offendere desse un’occhiata agli altri commenti, potrebbe facilmente notare che sono ospitatti tanti commenti di chi la pensa diversamente, tanto che con alcuni si è sviluppato un interessante – e civile – dibattito, e si è addirittura sviluppata una conoscenza extra blog. Le querele le minaccio solo a chi, come lei, offende persone, categorie intere e istituzioni senza offrire alcun contributo. Quindi la pensi come vuole, ma rilegga le sue offese gratuite. Buona domenica.

  20. La mediazione e’ la fine della professione. Spero solo nella consulta, io nel frattempo le citazioni continuo a farle, senno’ cambio mestiere, ma che si sciopera a fare allora!

  21. Sono il responsabile di un organismo di mediazione e mi fa male assistere a tante accese discussioni. Purtroppo il nostro Paese ha finito per dimenticare che le leggi vanno applicate e non aggirate od eluse. Da mediatore ho potuto apprezzare avvocati di grande esperienza che, pur dichiarando la loro contrarietà all’istituto, si sono seduti al tavolo discutendo per ore, alla ricerca della soluzione che potesse soddisfare l’interesse del cliente.

    • Non ne dubito, perché è esattamente quello che tutti gli avvocati (almeno quelli seri) fanno e devono fare prima di avviare una causa: tentare sino allo sfinimento la conciliazione della causa.
      La mediazione, quindi, in questo contesto, l’ho detto e lo ribadisco è superflua e inutilmente (e obbligatoriamente) onerosa.
      D’altra parte i numeri di questo primo anno mi pare siano sin troppo chiari…

      • Non è affatto supreflua, perché la presenza di un terzo, purché ovviamente sia un mediatore serio e preparato, aiuta a superare quegli ostacoli che molto spesso impediscono la conlcusione di una trattativa.

      • Continuiamo a girare attorno ai punti nodali, che sono sempre gli stessi: dell’obbligatorietà e della onerosità dell’operazione abbiamo già detto (i due requisiti semplicemente non possono coesistere, è fin troppo ovvio). Della preparazione e serietà dei mediatori abbiamo pure già discusso: chi la garantisce? Da cosa deriva (dobbiamo ridere delle 50 ore di corso)? Chi ne verifica l’operato? Chi tutela il singolo cittadino che si presenti in mediazione senza avvocato e si trovi a firmare un accordo giuridicamente vincolante?
        L’ho detto molte volte: non sono contrario all’istituto in sé, ma alla cialtronesca applicazione che ne è stata data nel nostro Paese.

      • Io ovviamente posso parlare solo per la mia esperienza. Non solo nel mio Organismo accettiamo solo avvocati ed ex magistrati, ma i responsabili, prima di affidare una pratica, cercano il mediatore più adatto, scegliendo sempre chi ha provata esperienza in quel campo. Inoltre, noi raccomandiamo alle parti di venire sempre con il legale. Io ne ho fatte oltre sessanta, e solo una volta la parte è venuta senza legale, ma solo perché era un avvocato. Per i controlli, sono d’accordo con te: è molto grave che fino ad ora il Ministero non ne abbia fatti, sarebbe ora che si muovesse.

  22. Caro sig. Carlo, le sue ultime domande possono essere rivolte non solo al mediatore o agli organismi, ma anche a tutti i professionisti iscritti nei relativi albi (parlo di tutte le professioni, compresa la mia).
    Chi ne garantisce la serietà e la professionalità? Chi ne controlla l’operato? Chi tutela il cittadino dalla firma dei contratti che stipula nella vita quotidiana, anche alla presenza di professionisti? Non mi vorrà dire che il superamento di un ridicolo e scolastico esame di stato possa garantire la capacità di esercitare la professione. E credo non vorrà neppure dirmi che gli Ordini professionali sono la garanzia per il cittadino, visto che si sono sempre preoccupati di “proteggere” i propri iscritti.
    Eppure non mi sembra che si siano stati proclamati scioperi finora.
    Per quanto riguarda la serietà degli avvocati nella ricerca di un accordo posso essere pienamente d’accordo con Lei. I suoi colleghi, almeno quelli che operano seriamente, lo hanno sempre fatto, ma il loro obiettivo è transare non mediare. Sono due cose diverse, completamente. Cercare una transazione non è affatto la stessa cosa che negoziare.
    Infatti se chiedesse ad un campione di suoi colleghi quanti hanno seguito corsi di negoziazione e comunicazione (per migliorare lo standard qualitativo della loro prestazione professionale), scoprirebbe che sono ben pochi e la materia non fa parte neppure dei corsi universitari.
    Sono anche del parere che in mediazione la parte debba presentarsi accompagnata da un professionista di sua fiducia, non necessariamente un legale, ma l’accordo di mediazione (che non è redatto dal mediatore) DEVE essere steso da un legale.
    Altro argomento, a cui ha fatto riferimento il sig. Orazio, è il rispetto della Legge: ritengo, ma questa è un’opinione del tutto personale, che un professionista non possa deontologicamente propagandare l’elusione di una Legge.
    Cordili Saluti.

  23. 50 ore di corso sono certamente insufficienti per essere mediatore: sono convinto che occorre qualificare la categoria e sono anche del parere che tale professione debba essere incompatibile con l’esercizio di altre, ma lo stesso discorso vale per tutte le professioni, anzi, per tutti gli operatori economici, poichè ognuno di essi ha una responsabilità “sociale”.

    • Non dubito che ci siano organismi seri.
      Il problema è che è pressoché impossibile per il cittadino barcamenarsi tra questi e gli altri (molti) che non lo sono.

      Per il sig. D’Ulisse: la legge prevede per la professione forense (di quella stiamo parlando, delle altre poco mi interessa) due anni di pratica – non 50 ore ma 730 giorni), un esame di abilitazione (non so se lei lo abbia sostenuto, ma quello che ho fatto io era *estremamente* selettivo) e un controllo costante da parte del Consiglio dell’Ordine.

      Da consigliere di un ordine forense posso assicurare che il controllo c’è, è pressante ed incisivo sulla vita professionale degli iscritti.
      Poi, certo, tutto è perfettibile, ma almeno un sistema a cui fare riferimento c’è.

      L’incompatibilità della professione forense rispetto ad altre attività, peraltro, è pressoché totale.

      Per gli organismi di mediazione (perlopiù composti da SOCIETA’ DI CAPITALI cui viene appaltato un pezzo di Giustizia) vige l’anarchia più totale: l’accesso è garantito a chiunque, il controllo è inesistente, l’obiettivo è la massimizzazione del profitto.

  24. Forse ha ragione sig. Carlo: ho vissuto fuori dal mondo in questi anni di professione, formazione, consigli, commissioni comprese quelle per ctu e d’esame di Stato; non mi sono accorto di quanta professionalità ridondava attorno a me.
    Guardando meglio ho scorto anche molti provvedimenti disciplinari nei confronti di iscritti ai vari ordini, e mi devo ricredere anche per le richieste di residenza fittizie per poter superare esami di stato in Commissioni meno severe o per gli albi speciali dedicati agli “abogado”: ho pensato sempre al “male” senza accorgermi di quanto bene avevo attorno.
    Mi scusi ancora per il mio commento idiota: ha proprio ragione lei sig. Carlo.
    Buona serata e a risentirla presto.
    Domenico D’Ulise, illuso e povero idiota.

    • Non so se e dove abbia mai affrontato la pratica forense e l’esame.
      Data l’esilarante ironia del suo post arrivo a pensare che abbia affinato le sue doti retoriche a Zelig Off…

  25. E’ passato un po’ di tempo da quando avete discusso (l’ultimo commento è del 30 aprile) sicché può darsi che le mie siano parole al vento ma voglio esprimerle ugualmente: la mediazione obbligatoria, com’é stata concepita, è una stupidaggine da un punto di vista sia giuridico che fattuale. Sarebbe bastato guardarsi indietro, pensando a quello che è accaduto in materia di lavoro. Che utilità ha espresso in quel campo? Nessuna. E visto che aveva fallito in un campo specifico, quale idea migliore che estenderla anche oltre? Con il paradosso, ad es. in materia di proprietà, che il verbale di conciliazione non può essere trascritto, sicché il povero disgraziato si ritrova ad aver versato una somma anche ragguardevole, tutto determinato a conciliare, riuscendoci, e poi è comunque costretto insieme alle altre parti, a rivolgersi ad un notaio. Nel regime ANCORA VIGENTE, si possono raggiungere risultati migliori con lo strumento previsto dall’art. 322 c.p.c. CONCILIAZIONE IN SEDE NON CONTENZIOSA, con la soddisfazione che finanche “quel” processo verbale, redatto dinanzi al Giudice di Pace, a mente del terzo comma del menzionato articolo (“controversia” che non rientra nella competenza del G.d.P.) ha valore di scrittura privata riconosciuta in giudizio ed è quindi trascrivibile. Ma il contributo unificato in tale sede è MOOOOOOOOLTO più ridotto rispetto a quello della modernissima, strabiliante, eccellente conciliazione obbligatoria. Una bufala più grande non è mai stata concepita.

  26. da ultimo è intervenuta anche la commissione ue con il parere tutt’altro che positivo sulla eccessiva onerosità della mediazione civile e sulla compromissione del diritto a rivolgersi liberamente ad un giudice…

    • Veramente a me sembra il contrario, basta leggere il commento dell’illustre collega Calcagno: A me pare modestamente che la Commissione Europea dica in primo luogo che partecipare ad una mediazione non mette a repentaglio le strategie difensive; in secondo luogo che la sanzione economica per chi non partecipa senza un giustificato motivo non impedisce o rende eccessivamente difficile l’accesso al giudizio; in terzo luogo che una proposta del mediatore sua sponte “non è in grado di consentire alle parti il diritto di decidere liberamente su quando chiudere il procedimento di mediazione” (v. Commissione Europea, 2 aprile 2012, Osservazioni scritte nella causa c-492/11 in http://www.ordineavvocati.ts.it/files/364/Osservazioni%20Commissione%20UE-1.pdf) il che credo sia in linea con gli orientamenti della maggior parte dei mediatori italiani: ringrazio dunque la Commissione e mi auguro che la normativa sul punto sia oggetto del pronunciamento negativo della Corte (meno convincente appare invece il ragionamento della Commissione in merito alla mediazione facoltativa che salverebbe la proposta sua sponte).
      In quarto luogo la Commissione considera più che legittima la mediazione obbligatoria: “Orbene, riguardo alla mediazione obbligatoria, la Commissione ritiene che valgano le stesse considerazioni” – si fa riferimento a quelle che considerano legittimo il t.o.c. del Co.re.com –“in quanto, come il tentativo obbligatorio di conciliazione extragiudiziale, anch’essa persegue lo scopo di ridurre i tempi processuali per la risoluzione delle controversie e quello di far diminuire quantitativamente il contenzioso giudiziario, migliorando indirettamente l’efficienza dell’amministrazione pubblica. In questo modo, la mediazione obbligatoria, pur ponendosi come misura restrittiva rispetto all’accesso al giudice, è giustificata dal fatto che realizza legittimi obiettivi di interesse generale, tra cui quello della composizione più rapida delle controversie, che è fissato specificatamente nell’interesse delle parti. La mediazione obbligatoria appare pertanto come una misura idonea e non manifestamente sproporzionata a perseguire i suddetti obiettivi”.
      Il termine poi di 4 mesi per la mediazione obbligatoria è ritenuto dalla Corte “in linea con l’obiettivo di consentire una risoluzione più rapida della controversia” ed anche “sforati” i quattro mesi l’obiettivo rimane perseguito se ciò sia nell’interesse delle parti.
      L’unico punto su cui la Commissione concorda in linea di principio con il giudice remittente è sul fatto che possa eventualmente sussistere un’onerosità della mediazione obbligatoria, ma la questione viene rimessa al giudice nazionale che “stabilisca caso per caso se i costi di una mediazione obbligatoria sono tali da rendere la misura sproporzionata rispetto all’obiettivo di una composizione più economica della controversa”, cosa che consentimi ritengo che possa avvenire davvero di rado.
      Direi in conclusione, caro collega, che la Commissione non boccia affatto la mediazione obbligatoria (si veda in merito anche il punto 78 delle Osservazioni) ma anzi la ritiene inevitabile in Italia (“Se, in effetti è chiaro che in un sistema come quello italiano caratterizzato dalla lungaggine eccessiva nei tempi processuali solo una mediazione obbligatoria pare in grado di sortire un reale effetto di accelerazione della tutela delle situazioni giuridiche soggettive con conseguente effetto deflattivo del contenzioso”), ma la coercizione a conciliare, che è cosa come tu mi puoi insegnare, assai diversa e che trova in me ed in tutti mediatori del Regno la più spassionata condanna.

      • E questo: La Commissione europea approva la mediazione obbligatoria e le sanzioni per la mancata partecipazione
        di Redazione MondoADR

        Il servizio giuridico della Commissione europea ha presentato le osservazioni scritte alla Corte di Giustizia dell’Unione europea che dovrà decidere sulla causa C-492/11 avente ad oggetto una domanda di pronuncia pregiudiziale presentata ai sensi dell’art. 267 del Trattato sul funzionamento dell’Unione europea dal Giudice di Pace di Mercato S. Severino relativamente ad una causa avente ad oggetto una controversia in materia di assicurazione. In considerazione della direttiva 2008/52/CE, letta alla luce dell’art. 47 Carta dei diritti fondamentali dell’Unione europea, nelle sue conclusioni la Commissione suggerisce alla Corte di rispondere ai quattro quesiti del giudice di rinvio come segue.

        OK ALLE SANZIONI PER LA MANCATA PARTECIPAZIONE

        Conclusione della Commissione: <>

        La Commissione approva senza alcuna incertezza le due sanzioni previste dal D.Lgs 28/10 derivanti dalla mancata comparizione senza giustificato motivo in quanto non ostacolano l’accesso al giudice.

        NO ALLE SANZIONI DERIVANTI DALLA PROPOSTA DEL MEDIATORE QUANDO LA MEDIAZIONE E’ OBBLIGATORIA

        Conclusione della Commissione: <>

        Su questo quesito il parere della Commissione è più articolato e ritiene che <> e prosegue <>

        La Commissione commette una svista quando ritiene che il mediatore ” a volte debba” fare una proposta senza rilevare che l’ipotesi è prevista solo quando <> (comma 1, art. 11 del D.Lgs. 28/10). In ogni caso, concordemente con il pensiero di moltissimi mediatori, ritiene che le sanzioni derivanti dalla mancata accettazione della proposta del mediatore, limitatamente ai casi di mediazione obbligatoria, possano limitare il diritto di accesso al giudice.

        OK ALLA MEDIAZIONE OBBLIGATORIA CON UN TERMINE DI QUATTRO MESI.

        Conclusione della Commissione: <>

        Sul punto maggiormente controverso in Italia, la Commissione è molto chiara approvando la mediazione obbligatoria che abbia un termine di quattro mesi. Su questo punto la Corte di Giustizia si era già espressa favorevolmente sulla conciliazione obbligatoria nel settore delle telecomunicazioni. La Commissione ricorda che <> Inoltre sottolinea che <>

        RIMANDA AL GIUDICE NAZIONALE LA VALUTAZIONE CASO PER CASO SULL’ONEROSITA’ DELLA MEDIAZIONE

        Conclusione della Commissione: <>

        In maniera opportuna la Commissione non censura a prescindere l’onerosità ma ritiene che il giudice nazionale deve valutare caso per caso quando l’onerosità della mediazione possa essere spropositata rispetto all’obiettivo della composizione più economica delle controversie. Infatti i costi effettivi della mediazione dipendono dalle indennità di ciascun organismo, che possono variare grandemente rispetto ai parametri del DM. Inoltre, la comparazione tra indennità di mediazione e contributo unificato è errata perché nel costo del giudizio deve essere ricompreso anche l’onorario del legale e dell’eventuale CTU che in giudizio è un obbligo e in mediazione una facoltà. In ogni caso dobbiamo rilevare che la Commissione incorre in un grave errore in quanto prende in considerazione solo le tabelle e i criteri del DM 180 e non come modificati dal DM 145 che ha ridotto ulteriormente le indennità e introdotto i tetti massimi (e non minimi). Inoltre una presunta gratuità della mediazione non sarebbe coerente con il principio della Direttiva per cui gli Stati devono assicurare la qualità del servizio di mediazione.

    • Di diverso avviso rispetto a cosa? Al fatto che quando ho scritto quell’articolo non aveva deciso? Complimenti, comunque, per queste battute…nemmeno mio figlio che ha 9 anni.

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