Consulenza legale e tributaria
Era un po’ di tempo che volevo scrivere questo decalogo semiserio (chissà..) ricordando sempre quello che diceva un grandissimo Avvocato (non me ne vogliano i miei adorati assistiti): “Il peggior nemico dell’avvocato è il cliente”.
Ovviamente, sono graditi commenti e suggerimenti, oltre a quelli già pervenuti, su aspetti che ho dimenticato.
IL DECALOGO DEL CLIENTE DELL’AVVOCATO
1) Al tuo Avvocato si deve dire sempre la verità e non la versione dei fatti di tuo gradimento, in cui però mancano degli elementi essenziali. Omettere qualcosa di importante, che prima o poi comunque viene rivelato dalla controparte e dai documenti, mette in difficoltà il tuo legale ma soprattutto incrina la posizione processuale del cliente: un suicidio, in pratica;
2) Come dice un mio illustrissimo Collega di Vignola, dal quale copio interamente la frase: “Se vuoi un servizio come dici tu, paghi come dico io; se paghi come dici tu, avrai un servizio come dico io”;
3) Le sentenze su Internet non esistono o se esistono, fanno male. E’ altamente sconsigliabile, e peraltro dannoso, cercare su Internet delle sentenze o dei pareri che si ritengono perfetti per il proprio caso e poi dare la propria soluzione all’avvocato. E’ come se l’avvocato andasse dal medico a fare la diagnosi dopo aver cercato sulla rete: offensivo, inutile e spesso dannoso. Ancora peggio, forse, dire all’avvocato: “me l’ha detto il cugino del mio amico”…che però fa il macellaio o l’idraulico. Anche perchè le sentenze che si trovano sul web, spesso sono “taroccate” a piacimento e ad uso e consumo di chi le pubblica. Come non ci si deve fidare di siti web, oggi molto di moda, che pubblicano titoli ad effetto con l’apparente intento di far diventare tutti avvocati, mentre a guardar bene cercano clienti.”Sono andato su google e ho letto che ho ragione“, ho sentito anche questo, purtroppo. Ultimamente ho letto questo: “Non confondere la tua ricerca su Google con la mia laurea in…” e aggiungerei “e con i successivi continui studi”.
4) Quando si va dall’avvocato si deve essere consapevoli che questo si paga (e subito) come qualunque altro servizio e senza contrattazioni umilianti. “Grazie” è sempre gradito, ma non basta affatto. Non si comprende perché idraulici e co. vengano pagati senza battere ciglio, gli avvocati no, pur avendoci messo tutto l’impegno e il lavoro possibile. Consiglio la lettura del capolavoro del mio amico e collega, Giuseppe Caravita, “Avvocà, per ora grazie”, Primiceri Editore (http://www.primicerieditore.it/prodotto/avvoca-per-ora-grazie-piccole-storie-di-un-gran-bel-mestiere-g-caravita-di-toritto/)
5) L’avvocato non è il tuo psicologo o il tuo parroco; inoltre, se non è a studio non è detto che si sia fatto negare o che voglia nasconderti qualcosa; peraltro, se qualcuno ha avuto un’esperienza negativa, non deve fare l’errore di generalizzare: anche a me è capitato un medico incompetente, un idraulico che mi stava allagando casa e un falegname che mi stava montando un mobile al contrario, ma non per questo colpevolizzo l’intera categoria;
6) Se la prossima udienza è tra sei mesi, è inutile chiamare ogni giorno per sapere se ci sono novità. Se ci sono novità, queste vengono sempre comunicate, nessuno vuol nascondervi nulla, non vi è motivo;
7) Ricordati che, anche se la tua pratica è importante – come tutte le altre – non sei l’unico cliente dello studio;
8. Essere in possesso del numero di cellulare del tuo avvocato non significa affatto essere autorizzato a chiamarlo la domenica mattina alle 8…per sapere se ci sono novità, e offendersi se non si riceve risposta e nemmeno a scrivergli su Whatsapp a qualsiasi ora pretendendo risposta immediata;
9) Se il tuo avvocato ti suggerisce di fare una conciliazione, non devi pensare che si sia messo d’accordo con il collega di controparte contro i tuoi interessi. Spesso una transazione (ancora meglio, una Mediazione presso un buon Organismo) è una soluzione molto ma molto migliore per gli interessi del cliente rispetto ad una causa lunga e costosa e dagli esiti sempre incerti;
10) Fondamentale: in un Tribunale italiano (e quindi in una sentenza) può accadere tutto e il contrario di tutto. Tenetelo sempre bene in mente.
N.B. IL PRESENTE DECALOGO E’ DI ESCLUSIVA PROPRIETA’ DELL’AUTORE, AVV. LUCA TANTALO. CIO’ NONOSTANTE, PUO’ ESSERE UTILIZZATO LIBERAMENTE A CONDIZIONE TASSATIVA CHE SIA INDICATO CHIARAMENTE L’AUTORE E CHE NON SIA MODIFICATO, NEMMENO PARZIALMENTE.
In merito al punto 8 vorrei aggiungere che avere il numero di cellulare del proprio avvocato non autorizza il cliente a chiamarlo addebitandogli (o cercando di addebitargli) la chiamata!
si e non autorizza neanche a fargli stalking………
Attenzione! Se vale la frase “Il peggior nemico dell’avvocato è il cliente” vale anche la reciproca “Il peggior nemico del cliente è l’avvocato” …
-I punti 1),5),6),7),8),10 mi sento di sottoscriverli senza commenti.
-Riguardo al punto 2) e 4), vale il motto francese “le bon comptes font les bons amis”.
-Riguardo al punto 3) e 9), il cliente ha il diritto di informarsi e di chiedere, non quello di sfiancare il proprio legale con la pretesa di saperne di più di lui sulla base di informazioni raccogliticce prese qua e là. E l’avvocato deve cercare di rispondere, a meno che non si tratti di delirio vero e proprio. Detto questo, se mi affido a un medico, seguo le sue cure, oppure cambio medico…e lo stesso vale per l’avvocato
Come non essere d’accordo? Infatti, uno dei doveri dell’avvocato è di informare costantemente e puntualmente i clienti di quello che succede, sia in positivo che in negativo…da qui a fare il “confessore”, però, ce ne passa. Giustissimo anche per il diritto di cambiare, ci mancherebbe altro. Per questo c’è la libera concorrenza…il bravo avvocato deve anche sapersi mantenere i clienti.
Gradirei si stilasse anche il decalogo dell’ avvocato.che magari comprendesse anche il caso in cui il cliente scontento possa avere la facolta’ di rivolgersi ad altro legale senza dover pagare onorari salati per aver scritto una sola raccomandata.Cosa ne dice ?
Grazie.
Una volta un signore chiamò un ingegnere, perché non gli si accendeva un importante computer. Il tecnico arrivò, osservò a lungo la situazione, poi strinse una vite e il computer si accese. Presentò poi il conto: 1000 euro. Il signore in questione protestò “Ma come? 1.000 euro per stringere una vite”? Il tecnico rispose con calma: “No, non per stringere una vite. Ma per sapere quale stringere”. Ciò detto, ovviamente lei è libera di stilare ciò che ritiene giusto. Io, francamente, non lo farò per due motivi: il primo è che la nobile professione di Avvocato è già regolamentata da regole deontologiche assai stringenti. Il secondo, è che vedo sempre più persone (purtroppo) che cercano di approfittare gratuitamente del lavoro altrui.
Infatti! Io ho subito minaccia, estorsione e stalking, sia personalmente sia via talefono. E’ pendente un esposto presso il Commissariato di PS più vicino.
Sono quel collega di Vignola, grazie per la citazione… :-)
Ebbene sì, quello che scrivi è tutto vero e lo sottoscrivo. Siamo però oggettivi e pensiamo che anche molti utenti hanno ragioni di lamentela nei confronti dei legali. Per questo come forse sapete a mio giudizio sostengo la necessità di un nuovo «patto sociale» sull’assistenza e i servizi in campo legale, un nuovo accordo legali – utenti con alcuni punti molto chiari, cui giungere tramite un fitto dialogo reciproco.
Se ne discute, al momento, qui: http://goo.gl/ilQVb
Buona serata a tutti.
– cordialmente,
tiziano solignani, da Mac
http://ts.solignani.it
http://blog.solignani.it
Grande Tiziano, come sempre dici bene. E’ verissimo quello che dici tu, e molto spesso hanno perfettamente ragione di lamentarsi. Lungi da me l’idea di essere perfetto (solo chi non fa nulla non sbaglia mai, anche per questo ho una bella polizza assicurativa per la responsabilità professionale da quando ho iniziato), ma ultimamente ne sto sentendo di incredibili e non posso non giustificare chi, magari generalizzando un po’, è leggermente critico nei confronti della categoria. Ciò detto, la tua iniziativa è come sempre utilissima, io vorrei anche sdrammatizzare un po’, però…facciamocele, due risate ogni tanto. Grazie ancora per il punto 2…..
Sono d’accordo con entrambi: il patto sociale può essere utilissimo, ma non si può generalizzare e anche i clienti si devono impegnare in un certo modo e comportarsi non come fossimo grandi amici!
Bellissimo. aggiungerei un punto: se il tuo avvocato è donna è buona educazione chiamarla “avvocato” e non “signora”, “signorina” o “dottoressa”. il sesso non incide sul titolo.
Giustissimo.
dovrebbe essere affisso in sala d’attesa … :-)
in ogni caso, aggiungerei anche quelle situazioni in cui il cliente ti chiama telefonicamente nel bel mezzo della giornata per chiedere “solo” un (misero) parere ;-)
Gratuito, ovviamente….ordinaria amministrazione.
o si.. io ho un cliente che di cognome fa “giustounparere”….
Solo uno? Beata te….
Se posso aggiungerei un decalogo del mediatore rivolto all’avvocato, nemmeno tanto semiserio, più che altro è una preghiera:
1) Non contattare il mediatore prima dell’incontro di mediazione. Diversamente sarà costretto ad astenersi e tu hai perso solo il tuo tempo e quello del cliente.
2) Il mediatore non dà rinvii fuori dall’incontro di mediazione. Se vuoi un rinvio della procedura rivolgiti alla segreteria dell’Organismo.
3) Alla mediazione si partecipa o non si partecipa, non esiste una terza via.
4) Se non intendi partecipare alla mediazione il perché interessa solo al giudice.
5) Se difendi un’assicurazione e le consigli di non partecipare alla mediazione non lamentarti se la tua polizza assicurativa aumenta.
6) Chi scrive le bugie nell’istanza di mediazione sarà costretto a mentire sino alla sentenza. Poco male se vince, ma se perde ha buttato via il suo tempo, il tempo ed i soldi del cliente e deve pure andare a confessarsi.
7) Non chiedere un verbale negativo se mancano tre mesi alla scadenza del termine per mediare: i tuoi clienti ormai hanno pagato e quindi tanto vale provare ancora a negoziare.
8) Se i clienti sono presenti all’incontro di mediazione e vogliono parlare tra di loro resta in silenzio.
9) L’istanza di mediazione arriva a casa del tuo cliente che è stato chiamato. Non chiederla al mediatore durante la procedura.
10) Se non paghi le spese di avvio della procedura ed almeno la metà dell’indennità che ti compete il mediatore rinvia la mediazione.
A “mediaresenzaconfini”, muovo una nota, diretta ai mediatori: non chiedete agli avvocati di arrivare all’udienza definitiva con “la chiavetta” contenente il verbale di conciliazione già redatto dagli avvocati, anticipato, naturalmente via posta elettronica… come sempre e altro ancora
Io la scriverei così, un pò più soft e, soprattutto, utilizzabile in qualunque contesto avversariale.
Corrado
AVVOCATO e CLIENTE: PATTI CHIARI
1) Al tuo avvocato si deve dire sempre – e subito – la verità, non la versione dei fatti di tuo gradimento, in cui, però, mancano fatti essenziali. Omettere qualcosa di importante, che prima o poi comunque emergerà – magari dalla controparte – non permette all’avvocato di poterti assistere al meglio e, dunque, a te di ottenere di più.
2) Il prezzo dell’avvocato, come ovunque, è proporzionale alla quantità e qualità del servizio richiesto: esserne tutti consapevoli, da subito, rende la relazione ed il servizio migliori. La correttezza e puntualità dei pagamenti, come ovunque, è uno stimolo per neinte secondario;
3) L’avvocato può apprezzare le iniziative del cliente tese a costruire un quadro informativo il più completo possibile (es: trovare, stampare e consegnare sentenze di casi assimilabili al vostro): è però meglio informarlo preventivamente della vostra intenzione (è probabile che lui le conosca già) e, soprattutto, sarà sempre e solo lui a decidere, per il vostro meglio, se e come usare la vostra iniziativa.
4) L’avvocato gestisce, per la migliore cura dei vostri interessi, tutti gli elementi di una lite, incluso il tempo: sarà lui ad aggiornarvi tempestivamente su ogni novità del vostro caso. Averne consapevolezza, sin da subito, significa evitare una fonte non indifferente di reciproca tensione.
5) Qualunque avvocato è consapevole che la somma delle probabilità che ogni parte dà alla soluzione per sè positiva della lite è sempre superiore al 100%: anche il cliente sia consapevole del fatto che spesso le cose non vanno come ci si aspetta.
6) Le proposte dell’avvocato sono fatte sempre al fine di risolvere al meglio il vostro caso, tenendo conto della sua complessità e della complessità del contesto in cui si inseriscono: una sua proposta di mediazione o arbitrato, ad esempio, può risultare vincente in termini di costi, tempo, risultato e stress. Pensare che non sia così mina alle fondamenta il vostro rapporto: è bene esserne consapevoli sin da subito.
Corrado, molte cose le condivido, il punto tre proprio no. A ognuno il suo mestiere, anni e anni di aggiornamenti e di esperienza non possono in alcun modo essere acquisiti da chi fa un altro lavoro. Ti ripeto: è come se io andassi dal mio medico a suggerirgli la diagnosi: un’assurdità.
La tua versione è più gentile ma meno efficace. Presuppone che il cliente sia in grado di capire (spesso non lo è) e che sia in buona fede (quasi mai lo è). Meglio la versione rude iniziale
In linea di massima la traccia è condivisibile quando non accade che (punto 8) l’avvocato si inalberi perché il cliente ha atteso il giorno prima dell’agonata “prossima udienza, quella determiinante” per farsi vivo a ricordare se lo studio abbia raccolto tutte le “prove” che di fatto “non sono pronte e quindi dovrà essere chiesto un rinvio con conseguente lievitazione delle spese”…………………
Non saprei rispondere….non è mia usanza fare una cosa del genere e spero che non lo faccia nessuno. Figuriamoci, io sono un accanito sostenitore della Mediazione soprattutto per far risparmiare tempo e denaro ai clienti…
Luca, perchè non ottimizzi il documento iniziale con tutti i commenti utili ricevuti e poi lo spari/iamo worldwide? Mi sembra veramente utile. Farne una sola versione (che prescinde dal contesto di lite – tribunale o organismo etc), magari scegliendo se adottare uno stile semiserio o serio. Io proponderei per il serio. Sragiono?
in merito al punto 2, ricordiamoci che vale per tutte le categorie: dall’artigiano al dottore all’avvocato al traduttore.
per il resto, mi sembra tutto condivisibile.
Il post è molto interessante, e sicuramente scritto in modo chiaro! Ma la questione che riporti mi pare più complessa di quello che se ne possa pensare così su due piedi, poiché ci sono interessi molteplici in gioco ed è più conveniente la strada del tacere o – meglio – del buttare fumo negli occhi! E a proposito di FUMO -> http://mondocineroma.wordpress.com/2011/09/29/fumo-tanti-morti-e-si-reclutano-i-giovani-coi-fattoni-animati/
Non ho capito chi butterebbe fumo negli occhi.
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il mio avvocato ,dopo che avevamo accettato una transazione ( con relativo suo compenso) per un danno da me subito da parte di un condomino, ha ritenuto il suo compenso (e solo il suo) non adeguato e ha quindi portato in giudizio il condominio dove abita la controparte. In definitiva , al termine della vicenda mi ha chiamato e mi ha detto che AVEVAMO perso la causa e che ERAVAMO stati (giustamente condannati ) a pagare circa 3000 euro . Ora mi domando ? E’ normale per voi difensori portare in giudizio un soggetto che non c’ entra nulla con la causa per vostro esclusivo interesse ? Bene, sono stato condannato io paghero ‘ i 3000 euro e le spese del mio avvocato , ma sicuramente in futuro, qualora dovessi ricevere ulteriori danni , ci penserò due volte prima di rivolgermi ad un avvocato.
Fa bene, anche io ci penso due volte :)
“L’AVVOCATO BEN PAGATO TROVA PIU’ GIUSTA LA CAUSA CHE DIFENDE”
al punto 11), ricorderei che “ma avvocato, quale acconto? Io non la devo pagare, quando vinceremo pagherà tutto la controparte, anche il suo onorario” (frase da civilisti ma che sempre più spesso ci sentiamo dire anche noi penalisti) è il viatico migliore per essere messi alla porta. Dopo aver comunque lasciato 100 euro all’avvocato per il disturbo.
stampo , incornicio e appendo ! Grazie !
….concordo con il collega che ha sostenuto che, in ogni caso, l’avvocato deve sapersi mantenere i propri clienti…io però aggiungerei: quelli che pagano puntualmente e non coloro i quali, convinti che in virtù del patrocinio a spese dello Stato cui sono stati ammessi per una determinata causa o processo, si sentono autrizzati anche a chiamarti di domenica mattina, per parlarti al telefono di teorie strampalate che avrebbero elaborato in sogno durante la notte mentre dormivano, cercando di convincerti pure a sostenerle, chissà con quale fondamento logico, in prospettiva dell’udienza penale del lunedì successivo!!!…e potrei enumerare tantissimi casi del genere!!!…ma non ho intenzione di tediarvi!!!…
Non sono avvocato e tuttavia ammiro molto la vostra attività.
La cosa che più mi ha stupita di questo decalogo è la – passatemi il termine – sottoscrivibilità dello stesso anche alla mia professione, la consulenza finanziaria (con particolare attenzione al commento: se il vostro avvocato è donna!!).
Con il vostro permesso vorrei poterlo riportare, linkandone ovviamente la provenienza, con qualche piccola modifica.
Vi auguro un buon venerdì e un buon weekend
Op
Certamente, l’importante è che vengano evidenziate le modifiche. Buon lavoro.
Una postilla: “Ricorda, caro cliente, che se l’avvocato, dopo aver studiato il tuo caso, ti comunica che hai torto e che non è opportuno procedere, ha comunque lavorato per te impiegando del tempo e dell’esperienza (postilla alla postilla: in questo caso, apprezza la sua onestà..) “
Mi duole constatare come colleghi appellino quali “clienti” quelli che tecnicamente e, soprattutto, deontologicamente, dovremmo tutti noi chiamare “assistiti”. Anche questo spiega l’imbarbarimento della ns. professione ed il progressivo prevalere, nello svolgimento della stessa, dell’aspetto “mercantile”, a tutto discapito del precipuo profilo intellettuale che l’ha sempre contraddistinta e fatta distinguere da tutte le altre!
P.s. Non ho mai sentito, ad esempio, un medico definire clienti i suoi pazienti.
Avv. Fabrizio Spaccatrosi
Prendo atto della lezione, data con un tono peraltro vagamente saccente e presuntuoso (per non parlare delle offese gratuite relative all’imbarbarimento, che rimando al mittente) e le consiglio di farsi due risate ogni tanto. Io direi che l’importante non è come vengono definiti, ma assisterli bene, e in questo senso sono molto tranquillo. Io.
La mia era una considerazione generale e non voleva suonare nè come un’offesa né come una saccente lezione! Mi dispiace se è stata interpretata in tal senso! Rimane l’amarezza della constatazione!
Avv. Fabrizio Spaccatrosi
Purtroppo è stata proprio quella l’impressione che ha dato, e mi spiace dirle che, tra le oltre 7.000 visualizzazioni di questo post, l’unico commento negativo è stato il suo. Peraltro anche il Codice Deontologico parla di “clientela”, quindi forse tanto assurdo (oltre ad essere ormai entrato nell’accezione generale), il termine “cliente” non è.
Se siamo a questo punto è perchè non è mai stato introdotto il numero chiuso all’università : all’epoca faceva comodo avere tanti praticanti disperati gratis , adesso è diventata una guerra tra poveri , e con l’avvocatura sempre meno coesa , non riusciamo a farci sentire in ambito politico , dove tutti i governi che si sono succeduti ci hanno massacrato …..
Non si deve essere prevenuti e questa è una cosa che accade …..da ambo le parti…e non parlare subito di onorario…..perchè se ci si rivolge ad un professionista si presuppone cha a monte vi siano i denari per pagare……anche questa è una cosa che accade….e da particolarmente fastidio …..più del fatto di essere prevenuti…nei confronti di chi ti trovi davanti.
Condivido in toto!
Quella con l’avvocato è un’obbligazione di servizio e non di risultato. Quindi, comunque vada la causa, va pagato!
aggiungerei che un amico, se è tale, chiede un parere gratuito UNA volta; non tutti i mesi, per sè e per i propri familiari
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