Riportiamo di seguito una lettera inviata da un semplice cittadino al “Giornale di Brescia” in tema di mediazione, in particolare sulla questione dell’obbligatorietà.
Sono venuto a conoscenza in questi giorni che, alla fine di ottobre la Corte di Cassazione ha cancellato all’Istituto della mediazione/conciliazione, previsto dal Decreto legislativo 28 del 2010 l’obbligatorietà. Scusate l’espressione ma ha commesso una grande cavolata. Perché questo?
Orbene, mi sono trovato nel mese di settembre ultimo scorso protagonista di due mediazioni, una come parte istante ed una come controparte, che si sono svolte, la prima presso l’organismo di mediazione dell’Ordine degli avvocati ed una presso un Istituto di mediazione cosiddetto privato, in quanto in quel periodo la mediazione era obbligatoria in base al Decreto legislativo succitato.
Da bravo cittadino mi ero precedentemente informato su cosa fosse questa attività di mediazione ed ho capito, prima di tutto, una grande cosa: in breve tempo e soprattutto con costi irrisori dell’ordine di due/trecento euro ho risolto dei contenziosi di natura «civile» che si trascinavano da anni senza trovare alcuna via d’uscita.
Ho inoltre scoperto che per svolgere un procedimento di mediazione presso l’Ordine degli avvocati è necessario ed obbligatorio portarsi un avvocato (quindi con i relativi costi) mentre per svolgere la medesima cosa presso un Istituto di mediazione e conciliazione privato, riconosciuto dal Ministero di grazia e giustizia, l’avvocato non serve, è solo facoltativo averlo al seguito (costi quindi molto minori).
Ho inoltre scoperto infine che, presso i Paesi anglosassoni questo istituto è esistente da molti decenni ed ha avuto il merito di snellire la giustizia prettamente civile in modo veramente considerevole.
Noi invece avevamo creato una buona cosa (governo Berlusconi, in questo caso grazie!!) che avrebbe dato un grandissimo contributo allo snellimento dei milioni di contenziosi giacenti in polverosi faldoni presso i nostri tribunali. A causa di un ricorso promosso da chi aveva interesse affinché le cause si protraessero il più a lungo nel tempo, si è riusciti a rendere non obbligatoria e per fortuna, non a cancellare, un qualcosa che è estremamente positivo ed efficace.
Pensate alle montagne di contenziosi sulle liti fra condomini, per le locazioni, per i diritti reali, e per molteplici altre cose, ci siamo mai chiesti quanto tempo ci vuole e quanto ci costa, risolverle attraverso i nostri lenti tribunali… anni… quasi dei decenni. A questo si aggiungono i costi di avvocati, periti, consulenti ecc., ed invece, con questa mediazione in poco tempo (massimo quattro mesi) si giunge ad un accordo fra le parti perché l’accordo nessuno lo impone alle parti ma se lo trovano da sole con l’aiuto del mediatore.
Ho poi scoperto che quanto ho pagato nei due procedimenti di mediazione che mi hanno visto protagonista, sono interamente deducibili dalle imposte che uno deve pagare al nostro Stato in quanto, costituiscono un credito d’imposta. Non male la cosa vero? L’unico problema che rimane è ora quello di far conoscere al cittadino generico medio questa possibilità. Questo può essere oggetto di una campagna che i giornali locali ed i media in genere, possono affrontare nel segno dell’informazione, obiettiva che tanto dovrebbe caratterizzarli, soprattutto in un periodo come questo di crisi dove, a tutti spiace spendere somme in processi ed in parcella ad avvocati che il più delle volte sono poco inclini alla mediazione, come ho potuto personalmente notare.
Vediamo cosa succederà nel futuro, spero comunque di non dover essere protagonista di altri contenziosi anche se sostanzialmente irrisori, ma certo che se mi capiterà ancora, cercherò di non ricorrere a elefantiaci tribunali, risparmiandomi laute parcelle ad avvocati ed una serie di diritti di cancelleria e via dicendo.
Lettera firmata
Brescia
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