Il Comitato ADR & Mediazione risponde ai nuovi vertici dell’OUA

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Destano serie perplessità le dichiarazioni rese dal neo presidente dell’O.U.A. Nicola Marino nell’articolo apparso ieri, 17 gennaio, sulla testata giornalista Italia Oggi.

Il titolo stesso del pezzo non faceva presagire nulla di positivo: “Riforma forense da rivedere. Mediazione, no senza ma”

Adeguandosi alla moda del momento, quella di stilare “Agende”, anche Nicola Marino, rispondendo alle domande del cronista, snocciola le priorità per il 2013 dell’O.U.A. Tra le tante, quella che interessa maggiormente lo scrivente anche nella sua qualità di presidente del Comitato A.D.R. & Mediazione è la seguente: “Porteremo avanti tutte le battaglie che la vecchia giunta dell’Oua ha già messo in cantiere, dalla mediazione alla geografia giudiziaria, alla governance fino all’accesso della professione” precisando che tra le priorità vi sarà la linea dura contro la reintroduzione della obbligatorietà della mediazione.

Sinceramente, siamo veramente stufi di questa “guerra santa” che da due anni a questa parte i vertici dell’O.U.A., hanno intrapreso nei confronti della mediazione civile e commerciale!

Il Comitato, che abbiamo l’onore ed il privilegio di presiedere, composto anche da molti avvocati i quali, come tanti loro colleghi non hanno conferito alcun mandato all’OUA, è nato con la mission di intavolare con tutti coloro i quali si rendano disponibili, un dialogo costruttivo al fine di diffondere la cultura della mediazione e non può restare in silenzio dinanzi a questo ulteriore attacco.

Speravamo che con il ricambio di governance avvenuto si potesse parlare in maniera serena di mediazione, invece ci accorgiamo che gli attuali vertici sono più sordi dei precedenti, anche se è difficile da credere.

Ritenevamo, a torto, che e la battaglia portata avanti dall’Oua contro la mediazione si limitasse alla  condizione di procedibilità che la stessa rappresentava per le controversie vertenti sulle materie elencate all’art. 5 del d.lgs 28/2010, che, vorrei ricordare al neo Presidente,  è stato poi dichiarato illegittimo (seppure per solo eccesso di delega) con sentenza del 24 ottobre 2012.

Pertanto, questa alzata di scudi  sembra un inutile accanimento contro un istituto “depotenziato” e lascia a dir poco perplessi anche alla luce incontestabile del fatto che non sembrava affatto che l’avvocatura fosse contraria alla mediazione in quanto tale, perché, diversamente, non avrebbe istituito presso ogni tribunale un proprio organismo di mediazione, come, invece, ha fatto.

Non solo, non deve dimenticare il collega che moltissimi avvocati, non solo apprezzano l’istituto, ma con esso ci lavorano come mediatori e come formatori, e che più del 90% dei mediatori sono avvocati, così come si evince dai dati statistici pubblicati dal ministero della giustizia. Come detto, poi, ricordiamo che l’OUA è ben lungi dal rappresentare tutta la categoria.

Pertanto, prima di lanciarsi in dichiarazioni bellicose contro la mediazione, farebbe bene a guardarsi intorno e raccogliere le opinioni di tutte la parti che compongono la classe forense, anche di quelle che vedono nella mediazione un’alternativa moderna alla giustizia statale, espressione del principio di sussidiarietà applicato alla sua amministrazione. Proprio come vorrebbe l’Europa!

Si faccia convinta l’Oua che molti avvocati non credono più ad una visione esclusivamente “tribunale centrica” dell’art. 24 della Costituzione, nell’illusione che il ricorso al giudice sia l’unica soluzione per porre rimedio alle controversie[1], (Dr. Michele Vietti – relazione anno giudiziario anno 2012) ma crede che “La pretesa di far passare dal processo il contenzioso più alto d’Europa produce l’ingolfamento del sistema e dilaziona o addirittura non consente la risposta di giustizia. Nel settore civile ciò significa percorrere con maggior coraggio forme di risoluzione alternativa delle controversie: mediazione, tentativo di … conciliazione, arbitrato, anche interno a settori economici o sociali quale esemplarmente va strutturandosi nel sistema bancario e finanziario (ABF)[2] (ibidem)

Non solo, una parte dell’avvocatura, a cui appartengono gli avvocati- mediatori,  si augura che tutti gli operatori della giustizia lavorino e si impegnino per trovare soluzioni valide che portino il nostro Paese ad una posizione più dignitosa nella classifica “ Doing Business 2013” per la durata dei processi che oggi ci vede al 160 posto dopo L’Iraq e prima dell’Affganistan,  due posti ancora più sotto di due anni fa’( sic!).

Un Organismo Unitario dell’Avvocatura degno di rappresentare la classe forense “non può non comprendere appieno l’importanza che riveste il funzionamento della giustizia per la crescita economica del nostro Paese[3](Dr. Leonardo D’Urso , Un’Agenda Politica economica per la giustizia n.d.r.) e quanto  ormai siano urgenti e indifferibili  le misure da attuare immediatamente  per renderlo competitivo.

Lo stesso Presidente della Corte di cassazione Dr. Ernesto Lupo ci ammonisce che “la giurisdizione è una risorsa limitata, delicata, costosa e preziosa e va riservata a garanzia di beni fondamentali affidando gli altri beni a valide e diverse forme alternative di tutela”.[4]

Se non si comprende appieno questo e non si coglie la gravità della situazione in cui versa il nostro sistema Giustizia, non troveremo mai nessuna soluzione valida ai nostri annosi problemi. Continueremo ad essere posizionati nei posti più bassi delle classifiche mondiali e continueremo ad essere considerati dal resto del mondo  un piccolo Paese, vecchio e antiquato, chiuso in se stesso, rappresentato da soggetti  che impostano la loro politica con miope visione, giusto per tutelare gli interessi  di pochi a donno degli interessi di molti.

Forse l’O.U.A. avrebbe fatto meglio e farebbe meglio ora a concentrare i suoi sforzi per evitare l’approvazione, prima, e per migliorare ora una legge di riforma della professione penalizzante per i giovani e favorevole solo ai grandi Studi.

Avv. Paolo Fortunato Cuzzola (Presidente)                                  Avv. Luca Tantalo (Vice Presidente)

 

 

 

4 commenti su “Il Comitato ADR & Mediazione risponde ai nuovi vertici dell’OUA

  1. Parole sacrosante, cari Luca e Paolo Fortunato,
    MI sento solo di ricordare a tutti gli avvocati contrari alla mediazione che se dovesse arrivare da noi la negoziazione partecipativa bisognerà avere ben presenti i principi della negoziazione e della comunicazione. A chi ha orecchie per intendere intenda…

  2. L’O,U.A coltiva la vana illusione di rappresentare per intero idee e interessi della categoria forense.
    Invece si sbaglia.
    Sempre più professionisti stanno capendo l’utilità – anche professionale – di mediare, ad essi unendosi i cittadini, ovvero i destinatari diretti e fruitori dei vantaggi di questo istituto.
    Quello dei detrattori è un fronte destinato ad assottigliarsi sempre più, la necessità è quella di riformare e innovare in modo permanente il sistema giustizia, e la mediazione rappresenta indubbiamente uno dei tasselli fondamentali di questa riforma.

  3. Ottima iniziativa e contromisura. Concordo: i legali NON hanno tutti la stessa opinione. Personalmente non sono un avvocato, ma lavoro con loro gomito a gomito ogni giorno, e testimonio: sono in moltissimi che appoggiano questo istituto.

  4. E’ ora di smetterla con questa demagogia sterile noiosa e ripetitiva. L’avvocato italiano è indietro di almeno 100 anni. Evviva l’avvocato multidimensionale!

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