Consulenza legale e tributaria
Fonte ilVelino/AGV NEWS
Nei venti mesi in cui è stata vigente – dalla fine di marzo del 2011 alla metà di dicembre del 2012 – l’obbligatorietà della mediazione civile e commerciale ha fruttato circa 420 milioni di euro di risparmi a imprese e cittadini italiani. Considerando poi le procedure di mediazione avviate ma non concluse, se anche queste si fossero chiuse con un accordo tra le parti, il risparmio potenziale avrebbe raggiunto i 950 milioni in termini di minori costi amministrativi e professionali per le parti in causa. Infine, nell’ipotesi che tutte le 215mila istanze di mediazione depositate presso tutti gli organismi di conciliazione – sempre nel periodo dell’obbligatorietà – si fossero concluse con un accordo tra le parti, il risparmio potenziale della norma avrebbe raggiunto la cifra più che ragguardevole di 4 miliardi di euro. Sono i dati più significativi di alcuni esercizi di stima realizzati da Unioncamere e presentati oggi a Roma, nel corso del convegno “La riforma dell’obbligatorietà nella mediazione civile e commerciale”, organizzato da Unioncamere e Camera di Commercio di Roma per fare il punto sulle novità legislative derivanti dal cosiddetto “decreto del fare” del governo che ha reintrodotto la condizione di procedibilità in alcune materie di diritto civile e commerciale. Al convegno – che si è svolto nell’ambito della X Settimana Nazionale della Conciliazione delle Camere di Commercio, in corso in tutta Italia dal 24 al 30 giugno – sono intervenuti i rappresentati di istituzioni, associazioni, ordini professionali ed operatori del diritto che hanno discusso il nuovo quadro normativo, sia con riferimento alle esperienze emerse nel periodo di vigenza dell’obbligatorietà, sia nella prospettiva di superare le difficoltà di attuazione della riforma del 2011, incorsa nella sentenza di incostituzionalità per eccesso di delega.
“La mediazione – ha detto il presidente di Unioncamere, Ferruccio Dardanello – è uno strumento che fa guadagnare efficienza al sistema della giustizia e che semplifica la vita delle imprese. I dati lo dimostrano. Mi auguro che la nuova fase che si è aperta, con la reintroduzione dell’obbligatorietà, possa durare a lungo e dare i frutti di cui è capace. È un obiettivo possibile, se sapremo superare le criticità del passato e mettere al centro gli interessi del Paese, superando quelli di parte. Le prove di forza, specie quando sono battaglie di retroguardia e corporative, non servono a nessuno, nemmeno a chi le mette in atto. Se il Paese arretra, alla fine arretriamo tutti. Le Camere di commercio continueranno a sostenere la mediazione che aiuta a risparmiare tempo e denaro, perché sono istituzioni al servizio delle imprese”.
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