Mediazione: precisazione del Ministero sul TAR

Mediazione civile: pronuncia Tar Lazio non sospende regolamento attuativo
13 aprile 2011

Con riferimento alla pronuncia emessa ieri dal Tar del Lazio, il Ministero della Giustizia precisa che il giudice amministrativo ha rimesso la questione dell’obbligatorietà della mediazione alla Corte costituzionale perché si pronunci come nelle sue prerogative, ma, significativamente, non ha sospeso, come pure avrebbe potuto, il regolamento attuativo impugnato che, al pari della corrispondente disciplina legislativa, resta vigente e operante, come in ogni altro dei molti casi in cui pende una questione di legittimità su norme processuali.

4 commenti su “Mediazione: precisazione del Ministero sul TAR

  1. Ora che la “parola” passa alla Corte Costituzionale, che previsioni possono farsi sul futuro dell’istituto della Medazione civile e commerciale? Come potrebbe comportarsi questo giudice innanzi ai rilievi dell’oua? i rilievi dell’oua sono realmente consistenti oppure no?…personalmente mi auguro che la Corte rigetti la questione di legittimità, in modo da garantire futuro a questa riforma, che – in una giustizia disastrata come la nostra – non può che esser vista come una positiva novità..

    • Nel permettermi di rimandarla a quest’articolo: https://ltantalo.wordpress.com/2011/04/13/mediazione-prime-riflessioni-sullordinanza-del-tar-e-sui-suoi-effetti-immediati/, ribadisco che quella del Tar non è una decisione né, in alcun modo, un giudizio. Intanto va avanti tutto come prima, fino a quando la Consulta si esprimerà: poi abbiamo vari possibili scenari. Il primo è che il legislatore intervenga prima della decisione della Consulta (che ci sarà non prima di un anno) con una modifica della normativa che cancelli gli asseriti (ma non provati) profili di costituzionalità. Il secondo, possibile anch’esso dato che secondo me l’incostituzionalità non è così evidente, è che la Consulta si pronunci dicendo che non vi è incostituzionalità; il terzo, che comunque non sarebbe grave né cancellerebbe tutto (come qualcuno, incredibilmente, va sostenendo) è che la Corte dichiari incostituzionale alcuni passaggi. In questo caso, basterebbe un intervento legislativo che segua le indicazioni della Consulate per sistemare tutto. Insomma, tutt’altro che “una grande vittoria” come alcuni vanno urlando da ieri.
      Sono d’accordo che la riforma è una grande e positiva novità e sono certo che, nonostante le lamentele tardive e causate da non conoscenza della materia e da interessi corporativi (di alcuni…beata ingenuità dei miei colleghi che pensano che “i vertici” si stiano battendo per loro…non li sfiora il sospetto che in realtà lo stiano facendo perché temono che i loro grandi studi perdano lucrosi contratti con banche e aziende?) andrà avanti.

  2. Il fatto che comunque la riforma vada avanti un anno, senza interruzioni (da qui alla pronuncia della Consulta) è già una vittoria. A questo punto ci auguriamo una decisione favorevole della Corte o comunque un pronto intervento legislativo “correttivo”.
    Ps: sono un neo-conciliatore.

  3. Forse è vero, la battaglia è questa. I vertici dell’avvocatura temono di perdere lucrosi affari con banche ed assicurazioni e non ci stanno a passarli a nuove lobby di megaorganismi poco preparati.

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