Mediazione: per il Ministro Severino trend in crescita

Durante l’audizione alla Camera dei Deputati sullo stato della Giustizia in Italia, il Ministro ha dichiarato che il trend della Mediazione è in netta crescita, e che si tratta di una riofrma importante: «Rispetto alle 33.808 mediazioni iscritte nel primo semestre del 2011 si può cogliere un trend in crescita se si considera che a novembre 2011 le mediazioni registrate hanno superato la soglia delle 53.000 unità». Per il ministro quello della mediazione è «un’importante riforma che mira a ridurre in modo sensibile il numero di giudizi dinanzi al magistrato» e offre alle parti «uno strumento generale alternativo alla via giudiziale per risolvere le controversie dei cittadini».

Di seguito il link all’articolo de Il sole 24 Ore con le dichiarazioni del Ministro:

Dichiarazioni Ministro Severino 17 gennaio 2012

Un commento su “Mediazione: per il Ministro Severino trend in crescita

  1. Luca carissimo,
    Sono contento che al Ministero della Giustizia siano favorevoli alla mediazione. Tuttavia se vogliamo davvero dimostrare tutta la potenzialità dell’istituto dobbiamo smetterla di pensare che le riforme debbano essere fatte a costo zero e con le strutture esistenti.
    La zavorra più grande che a mio parere ha ad esempio la mediazione pubblica dei COA attualmente è di dover 1) utilizzare i locali messi a disposizione dal Presidente del tribunale; 2) organizzare il servizio con personale proprio.
    Non so chi ha imposto la norma, ma essa è di una miopia folle. Intanto perché i giudici ed in particolare i Presidenti del tribunale non guardano, fatte le debite eccezioni, all’istituto con favore e sembra che ne abbiano addirittura paura; conseguentemente non mettono (nemmeno quando ce l’hanno) a disposizione locali idonei né per l’accoglienza né per le sedute. E poi perché i dipendenti già esistenti dei COA non battevano certo la fiacca tanto da vedersi imposte attribuzioni che sono assolutamente gravose e delicate di per sé e che non si possono per loro natura svolgere in quelli che sono gli orari da contratto collettivo.
    Ora ci sono poche alternative: o si modifica radicalmente l’art. 18 del decreto 28/10 e si adotta un sistema come quello rumeno per cui il mediatore è assolutamente svincolato dall’organismo e può gestire tempi e spazi come vuole lui, addossando il costo della QUALITA’ del servizio a chi lo richiede, oppure i nemici della conciliazione avranno nuove armi e sempre più affilate.

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