Consulenza legale e tributaria
Con la sentenza n. 1786 del 24 novembre 2009, depositata il successivo 28 gennaio 2010, la Suprema Corte a Sezioni Unite ha risolto un contrasto giurisprudenziale annoso, che vedeva due tendenze diametralmente opposte. Da una parte, la linea di molti Giudici di Pace ma anche di alcune sentenze di legittimità che escludeva la validità delle ordinanze prefettizie che rigettavano i ricorsi contro sanzioni amministrative per difetto di motivazione; dall’altra quella palesemente opposta, che ammetteva la validità di dette ordinanze, pur se prive di motivazione e di riferimento alle eccezioni proposte nel ricorso al Prefetto, purché nell’ordinanza vi fosse anche un vago richiamo alle controdeduzioni dell’organo accertatore.
La Suprema Corte ha risolto il contrasto, statuendo la validità delle ordinanze di rigetto anche in mancanza di motivazione e di riferimenti al caso specifico, stabilendo addirittura che esse sono valide persino in caso di mancata convocazione del ricorrente che ne avesse fatto richiesta. In compenso, ha statuito che (forse per una sorta di compensazione) il Giudice che venga adito per il ricorso contro l’ordinanza prefettizia ha il potere di entrare nel merito del ricorso originario, per valutarne la fondatezza, e quindi anche del verbale impugnato.
é uno schifo